12 nov 2011

Nadia Comaneci compie 50 anni


Nadia Comaneci compie 50 anni.Alle Olimpiadi del '76 stupi.


A vederla oggi, la bambina delle duecento bambole e delle medaglie olimpiche a grappoli, viene voglia di rimetterla sul podio per un’altra medaglia nella sua specialità, la ginnastica, perché Nadia Comaneci i volteggi ha continuato a farli con la vita. Nadia è stata The Perfect Ten, il dieci perfetto e impossibile nella ginnastica fino al 1976, all’Olimpiade di Montreal, quando ragazzina di 153 centimetri venne fuori dalle parallele asimmetriche. «Ricordo soltanto un boato», dice trentacinque anni dopo. Ricorda anche i tabelloni elettronici che non potevano segnare 10 perché il 10, la perfezione, non era contemplata. Inventarono nuovi tabelloni per lei perché li aveva scaricati come fossero dei flipper. E raccolse tre medaglie d’oro (individuale, parallele e trave), un argento (a squadre) e un bronzo (nel corpo libero). Fosse stata americana che cosa sarebbe successo? Una favola. Invece Nadia arrivava con il valigione pesante della Romania di Nicolae Ceausescu. E veniva da una famiglia che non c’è mai stata. Il padre, Gheorghe era meccanico, ma la vera passione erano le donne. Con una di esse sparì. E la madre, Stefania Alexandrina, si preoccupava di tante cose prima di posare lo sguardo sui figli. 
Così Ceausescu trovò terreno fertile in quella Fata di Montreal, che aveva voglia di vita. Peraltro una tizia così è una manna per la propaganda. E fu sfruttata, in tutti i sensi. Dopo le Olimpiadi di Mosca, quelle boicottate dagli Stati Uniti nel mezzo dell’ultimo alito di guerra fredda, la grande Comaneci ha conosciuto la faccia peggiore del tiranno. Caduta fra le braccia del figlio, Nicu, fra diamanti e Bentley sempre a disposizione, subì abusi e umiliazioni, perché c’è più gusto a violentare i miti: è l’esaltazione del potere, e in quel manicomio questa era la faccia del potere. Chi non avrebbe pensato al suicidio? Nadia ci provò ingoiando shampoo. Poi trovò la forza per fuggire attraversando il confine verso l’Ungheria proprio nei giorni in cui anche la Romania fuggiva dal dittatore, nel 1989. E cominciò un’altra vita nel paese della speranza, l’America. 

Ma per la Comaneci la speranza ha rischiato d’infrangersi nelle mani di un altro romeno, tale Panait: questi avrebbe proseguito il trattamento-Ceausescu rubandole anche tanti soldi. Durò un anno. Poi finalmente riuscì a calzare la scarpa che l’ha riportata a essere la Fata di Montreal. Rintracciò un vecchio compagno delle Olimpiadi canadesi, Bart Connor, l’ex ragazzino del primo bacio: «Avevamo le nostre coppe in mano, ci fecero una foto e lui mi baciò, io restai sbalordita perché era anche più piccolo di me». Era l’inizio di questa favola che è culminata col matrimonio (nel 1996 in Romania) e un figlio, Dylan Paul, nato nel 2006. Il resto, la pagina buia, adesso che ha cinquant’anni può dire di averla finalmente voltata, con l’ennesimo volteggio da podio. O da favola.

 TANTI  AUGURI NADIA ! ! !
  
 articolo di Fabio Maccheroni

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