10 feb 2010

La Romania accetta il dispiegamento sul proprio territorio dei missili difensivi americani

Il Consiglio supremo di difesa romeno, presieduto dal Presidente della Romania Traian Băsescu, ha unanimemente deciso di accettare la proposta del governo degli Stati Uniti d’America e di schierare sul proprio territorio i modernissimi missili SM-3 nel quadro di un programma di difesa della postazioni Nato dalla minaccia nucleare iraniana.
Gli SM-3 sono parte integrante del sistema di difesa terrestre Aegis che dovrebbe, per l’appunto, tutelare gli stati dell’Alleanza atlantica dal grave pericolo che giunge da Teheran, considerato che, sinora, gli sforzi diplomatici compiuti in sede Onu per ridurre a più miti consigli la premiership iraniana non hanno sortito alcun effetto.



Nella foto-SM-3 salita dal USS Lake Erie, 2008



La Romania è il solo paese dell’Unione europea il cui territorio, quasi per intero, si trova nel raggio di gittata dei missili a medio raggio, caricati probabilmente un domani con testate nucleari, provenienti dall’antica Persia. E’ anche l’unico paese europeo della Nato su cui pende la medesima spada di Damocle. Ben si comprende dunque il timore che attanaglia lo Stato maggiore romeno di fronte a cotanta minaccia. E’ stato proprio questo grande timore a consigliare al Presidente appena rieletto Traian Băsescu di accettare la proposta avanzatagli dal Segretario di Stato Hillary Clinton e dal Vice- presidente Usa Joe Biden, che nei mesi scorsi hanno visitato Bucarest. Parimenti nella parte militare del porto di Costanza il paese danubiano ospiterà incrociatori Nato caricati con missili appartenenti al sistema di difesa marittimo Aegis a guardia del Mar Nero.
La decisione romena, dopo che l’amministrazione Obama a causa delle pressioni russe e dei suoi alti costi aveva lasciato perdere il precedente progetto di scudo missilistico sui cieli polacchi sponsorizzato dall’ex Presidente Gorge Bush junior, ha suscitato le ire di Mosca. Per tutti, al momento, parla il generale Igor Korotchenko che ha definito come nociva per gli interessi russi la decisione di Bucarest, aggiungendo che «Medvedev e Putin devono ammonire la Romania sul fatto che accettando questi elementi dello scudo missilistico americano [essa] diventa un obiettivo di possibili attacchi preventivi russi». Korotchenko è a Mosca il direttore della rivista di studi militari Difesa Nazionale e, quindi, uno dei più influenti strateghi dell’ex superpotenza slava.
Băsescu, e la maggioranza attuale di governo, comunque paiono intenzionati a tirare avanti per la loro strada e si dicono per nulla intimoriti anche se, osservano alcune voci che preferiscono rimanere anonime all’interno dei palazzi del potere a Bucarest, «i nostri servizi segreti non se la sentono di escludere il fatto che l’attuale campagna romenofoba che viene condotta sistematicamente su certi mass- media occidentali sia sobillata proprio da Mosca». L’ultimo presidente comunista moldavo, per esempio, poi non più tardi di ier l’altro ha bollato la Romania come «una nazione di servi sciocchi dell’imperialismo americano che è entrata nell’Unione europea non certo per i propri meriti ma perché Gorge Bush ha violentemente imposto la propria volontà a Bruxelles».
Quasi certamente, se come sembra a Kiev il prossimo Presidente della Repubblica sarà Janukovich, anche l’Ucraina manifesterà la sua adesione alle volontà e alle direttive di Mosca; ma ciò non dovrà far dimenticare la serietà della minaccia iraniana e non dovrà far indietreggiare di un millimetro Romania, Unione europea e Stati Uniti nel progetto di approntare un’efficace difesa dell’Occidente. Parallelamente potranno continuare i colloqui con Mosca in materia di disarmo se la controparte lo vorrà. Si vis pacem para bellum già sentenziavano i latini: preparare difese militari non vuole certo dire dichiarare guerra a chicchessia.
fonte :il legno storto.com

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